Blackout69 incontra i Ministri
Tutti i cani devono essere liberi!
Al varo la prima proposta del Consiglio dei Ministri
TRAVEDONA La XV edizione del Festival del Rock, consueto appuntamento sulle rive del lago di Monate, ha avuto la fortuna di ospitare un emozionante Consiglio dei Ministri. Blackout69 ne ha approfittato per incontrare i Ministri Fede – responsabile del disordine pubblico – Divi – addetto all'emancipazione cinofila – e Michele. Ne è scaturita una visione a dir poco allarmante dell'incancrenita scena musicale italiana, sospesa tra voglia di rinnovamento ed incapacità di reagire. Una parte della responsabilità può essere addossata ai locali, colpevoli, insieme al pubblico più svogliato, di preferire le provincialissime cover band alle novità di sorta. Colpevoli soprattutto di non pagare i gruppi, “perché tanto suonano per passione.” Fede sostiene che la gente oggi ha una visione distorta di questo concetto. Una passione alla Maria De Filippi, per intenderci: la passione del tronista. La passione per cui non vedrai mai un centesimo. Divi confida che fare oggi il musicista è una lavoraccio: non lo consiglierebbe a nessuno. Perché “non si può fare solo questo nella vita, non basta per vivere! E” – continua – “se provi ad alzare di anche soltanto di cento euro il tuo cachet, sei già tagliato fuori dalla metà dei locali.” La crisi dunque è una atteggiamento generale, che inizia dal gestore conservatore e di riflesso getta luce sulla standardizzazione modello m?-t?-v?: “il gruppo stile vai sul sito e votaci non rientra nelle prerogative dell'attuale legislatura” conclude Fede.
Diritto al Tetto è dal primo Giugno in rotazione su All Music e Mtv. I Ministri non negano lo scopo promozionale, intrinseco all'idea del video stesso, non negano di averlo girato in un solo giorno, senza sceneggiatura ne copione, diretti da un talentuoso regista ventiquattrenne. Divi parla di riferimenti nascosti e citazioni che si perdono sullo sfondo: “così lontane che sfido chiunque a riconoscerle” aggiunge. Fede ci tiene a sottolineare quanto gli sia sembrato il momento più opportuno per girare un video, anche perché ai tempi del primo album “i soldi erano davvero finiti.” Racconta che, tra le idee scartate, capeggiava la proposta di lanciare monetine in piazza Duomo durante le feste natalizie. I Ministri stanno dunque riuscendo nella difficile impresa di ottenere il pareggio del bilancio? E' ancora presto per parlare, ma il passaggio alla Universal deve necessariamente aver dato i suoi (primi) frutti. Come dice Divi, il passaggio da un'etichetta indipendente ad una major ha generato conseguenze positive e negative: “abituati come eravamo a suonare e buttar fuori pezzi a iosa, la firma del nuovo contratto ha significato per noi un brusco cambiamento sul piano della politica interna.” Secondo le logiche aziendali un pezzo percorre un iter di questo tipo: è ideato, suonato, provato e riprovato, registrato ed infine inviato a discografici e produttori. La risposta giunge “mesi e mesi più tardi.” Ed è la ragione per cui il loro “nuovo” album, già pronto da mesi, non vedrà la luce prima di Natale. Veniamo poi a sapere che un pezzo come Dedicato a Te , firmato Le Vibrazioni è stato pubblicato anni dopo la sua composizione. “E finchè scrivi immensamente Giulia …” arringa Fede. I riflettori saranno puntati sulla scena politica, essendo stati scritti prima dell'annullante ed arrendevole clima delle passate elezioni. Alla domanda se I Ministri fanno politica, rispondono “in senso territoriale, parlando al pubblico che ci sta davanti, portando alla loro attenzione dati e fatti reali.” Condizione necessaria per raggiungere i propri ascoltatori è cantare in italiano. “Perché il rock è comunicazione” si intromette Divi “se non ti metti in testa questo non sei nessuno”. Il rock è una forma di comunicazione fondamentalmente anarchica e dallo spirito rivoluzionario. E' una forma d'arte tendenzialmente libera, che gode dell'imposizione di un numero di regole e limitazioni sensibilmente inferiore rispetto a quanto accade in altri ambiti culturali. Ma deve essere sottoposta ad un serio lavoro di traduzione, perché “l'uso della cultura come vanità è estremamente pericoloso” precisa Fede. Il pubblico nazionalpolare , così definito dai Ministri, in primo luogo non ascolta. Pensa soltanto a divertirsi. “Puoi suonare il concerto migliore della tua vita e avere la certezza che tutti rimarranno fermi a guardarti” continua Federico “poi fai partire unduettrè stella e quello stesso pubblico diventa il gioca giuè, la band lo speaker che rivela le istruzioni per giocare.” La poetica dei Ministri si spiega in gran parte secondo il principio basilare del divertimento. A partire dal loro pubblico, divertito dal grottesco stile delle giacche, passando per il modus operandi compositivo: la semplicità è la chiave del loro successo. Perché in un paese come il nostro dove, più che in altri, la gente non vuole sentire , risulta drammatico il compito di trasmettere dei contenuti di valore. I Ministri hanno risolto il problema “sviluppando vere e proprie cellule ritmiche marziali.” Un tipo di sonorità, martellante e cacofonica che funziona bene con i metodi della propaganda. “A scritte grosse corrispondono esili ritmiche su cui è possibile marciare senza troppe difficoltà: una volta capito questo, puoi lavorare sui contenuti.” Ci fanno l'esempio di gente che canta, in assoluta tranquillità, i parchi qui a Milano li capisce soltanto il peruviano , una verità su cui nessuno, nel capoluogo milanese, è d'accordo. Ma intanto la canticchiano e, nelle speranze del gruppo, prima o poi ne assimileranno anche il significato: “ Il Peruviano ti si ficca in testa senza troppe pretese, pur essendo un pezzo orrendo.” Per quanto riguarda invece la politica estera, i Ministri suoneranno questa estate nella svizzera tedesca. L'estero rimane in questo momento fuori dal loro raggio d'azione. Fede rivela di voler fare almeno un paio d'anni in Italia, “nel tentativo di fare qualcosa di buono.” Non vuole essere scambiato per il tipico cittadino che, dopo essersi lamentato ogni giorno per diciotto anni della sua vita del paese in cui è nato, appena ne ha la possibilità decide di scappare all'estero. Qualcosa di buono i Ministri lo hanno fatto, fondando l'etichetta Otorecords e supportando in questo senso gli emergenti, o meglio: “l'emergenza.” Ne è esempio la serata che si terrà a fine Luglio al Magnolia intitolata Milano Brucia , una rassegna per dar voce ai più interessanti gruppi milanesi.
Nella vita e nella musica, il messaggio che i Ministri vogliono lanciare si esprime con forza dirompente nelle parole di Fede: “fino quando la gente continuerà a guardarci come allo zoo per come ci dimeniamo sul palco, per come urliamo, per quello che diciamo, sapremo di stare andando nella direzione giusta.” L'energia sul palco diventa arma di convincimento. Divi lo interrompe un'ultima volta, ha un'idea per il prossimo pezzo, un pezzo sui cani abbandonati: “i cani non devono appartenere a nessuno, devono essere liberi!” I cani-eroi, appunto.
01/06/2008